Salvas: istruzioni nascoste in parole nascoste
Fossili linguistici, relazioni di cura e cura delle relazioni
Molti pensano che le parole descrivano il mondo. Eppure è vero il contrario: le parole costruiscono il mondo, che a sua volta le descrive. Il mondo di dentro, ovviamente, quello che chiamiamo mondo e che coincide col nostro pensiero, che poi crediamo sia la realtà.
A questo proposito Karl Kraus ha scritto che la parola è la madre del pensiero e con questo ha stabilito una gerarchia tra i due dispositivi sui quali poggia qualunque relazione di cura: la mente e le parole. È per questo nesso, per questa gerarchia, che crediamo ingenuamente che alla cura servano parole fresche, parole nuove, parole vive.
A differenza di alcune parole che invece sono morte da tempo. Che appartengono a lingue ormai di pertinenza solo degli archeologi. Più che parole sono fossili linguistici. Ma sono fossili che non si limitano ad essere tali: non si fanno esporre nella bacheca di un museo di provincia, non raccontano storie di situazioni ormai inesistenti, non sono irreversibilmente imprigionate nella giada. Sono invece ancora in grado, col loro DNA, di generare la vita, come in effetti fanno, ed anche di fare danni come in Jurassic Park.
Perché, in realtà, queste parole condizionano ancora, e in maniera potente, il lavoro dei professionisti della cura, quale che sia la loro formazione. Sono parole che quasi nessuno conosce e che nessuno usa, eppure queste parole continuano a fornire istruzioni a generazioni di operatori impegnati nei più disparati campi della promozione della salute, della assistenza, della terapia, della riabilitazione.
Sono parole-guida o parole-chiave in senso stretto, giacché la maggior parte dei dilemmi deontologici, metodologici e teleologici del lavoro di cura di tutti i giorni, anche quello più minuto, è racchiusa in esse. Ma sono anche parole generative in quanto, ricostruendole e poi smontandole, generano livelli successivi di dilemmi e di consapevolezze.
Sono soprattutto parole che riguardano le relazioni di cura ma anche le relazioni di cui ci si prende cura.
In questo seminario lavoreremo con tre parole morte e lo faremo sia utilizzando gli spunti che ci vengono dal loro significato originario e sia, soprattutto, esaminando le loro implicazioni (a volte destabilizzanti) grazie alle esperienze professionali dei partecipanti.

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